Questo blog nasce per raccontare come ho cambiato vita. Un cambiamento iniziato nel 2017 e tuttora in corso. Ho riassunto questo cambiamento in 5 fasi principali. Se ti trovi in una situazione simile alla mia, spero che la mia storia possa ispirarti o esserti d’aiuto.

Il Fast Fashion
Il mio cambiamento è cominciato con la consapevolezza di avere un problema: ero dipendente dallo shopping.
Non sono mai arrivata a dover nascondere i miei acquisti o a mandare in rosso il mio conto corrente, ma la dipendenza c’era:
- Quando ero triste o annoiata, desideravo fare acquisti;
- Comprare cose nuove mi faceva provare un senso di esaltazione, ma la sensazione spariva dopo poche ore;
- Acquistavo d’impulso cose inutili: pensavo di acquistare abiti per me, ma in verità acquistavo per la persona che avrei voluto essere, il che mi portava ad avere in casa un sacco di cose inutili per la mia vita reale;
e settimana dopo settimana il mio armadio si riempiva di magliette in poliestere da 5€ e scarpe made in China.
Il mio cambiamento è arrivato dalla conoscenza.
Sapere da dove, come e da chi i miei vestiti venivano prodotti, mi ha reso impossibile continuare con la mia dipendenza. Il mio cambiamento nasce dall’impossibilità di fare del male; il mio cambiamento nasce dalla gentilezza.
Documentari come The True Cost e River Blue mi hanno aiutato a capire i meccanismi dell’industria dell’abbigliamento, ora diventata “Fast Fashion”: moda veloce. Ci sono delle bravissime YouTuber online che ne hanno fatto la loro missione (la mia preferita è sicuramente MyGreenCloset).
Quando ho scoperto la verità sul Fast Fashion, non sono riuscita più ad acquistare nulla. Come avevo potuto non sapere? Avevo repulsione dei miei abiti. Stavo male quando andavo nei negozi.
Qualcosa doveva cambiare.

Il Decluttering
Marie Kondo è arrivata dal nulla. Se non avete letto il suo libro, Il Magico Potere del Riordino, ve lo consiglio: è un ottimo punto di partenza.
Non condivido tutte le idee di Marie Kondo, anzi. Ma il suo libro è un ottimo inizio per ampliare la mente sul tema del consumismo, in particolare sul grande valore che noi attribuiamo agli oggetti inanimati. Il suo obiettivo in fondo è farci capire che ci sono cose utili e cose inutili nella nostra vita e, che se eliminiamo le cose inutili, probabilmente saremo più leggeri e felici.
Marie Kondo è arrivate a me nel momento perfetto. Quasi tutti i miei abiti mi rendevano infelice: volevo eliminarli.
Marie Kondo ha il suo metodo, precisissimo: trovi un sacco di video che ne parlano. Io ne ho trovato uno più efficace per me: non concentrarmi su cosa volevo buttare, ma su cosa volevo tenere. Passando in rassegna tutti i miei vestiti, c’erano davvero poche cose che sarei stata davvero felice di tenere. Pochi capi avevano le seguenti caratteristiche:
- mi stavano bene (taglio, misura colore)
- mi facevano sentire bella
- erano comodi
- li usavo spesso
Questo ultimo punto non è preso in considerazione da Marie Kondo: “non lo usi mai, ma lo adori? Tienilo”. Io non sono d’accordo: se non lo uso, non ha senso che stia nel mio armadio a prendere polvere. Che senso ha avere un armadio pieno di cose belle che non usiamo mai?
Credo che molte delle idee di Marie Kondo siano buone, ma che debbano sposarsi anche con una sana dose di consapevolezza: non è etico buttare qualcosa solo perché non è perfetto per me. Ogni oggetto che possiedo è stato realizzato con un ingente consumo di acqua, energie, combustibili fossili e lavoro umano. Il mondo non gira attorno a me e alla mia gioia di possedere le cose. A volte è giusto spostare lo sguardo un po’ più in là.

La Sostenibilità (o la Moda Etica)
Buttare via vestiti in perfetto stato non era la soluzione per me.
Ho cercato quindi un’alternativa. I miei abiti erano tanti e quasi nuovi, quindi ho deciso di venderli. E ho scoperto il mondo meraviglioso dei mercatini dell’usato.
Vendendo sempre più spesso i miei vestiti all’usato, ho cominciato a ricavarci un bel po’ di soldi. E ho cominciato comprare i miei vestiti all’usato. Ho scoperto un nuovo modo di fare shopping, un modo etico, diverso, felice. Non finanziavo nessuna multinazionale dai metodi inumani. Non c’erano più i bambini con le mani blu.
L’usato mi ha permesso di esprimere il mio vero stile. Non ero più vincolata dalla moda moderna, dai manichini tutti uguali. Ho sempre amato i vestiti dai tagli classici, le gonne a ruota, i vestiti molto femminili. Se ha i pois, i fiori, i bottoni, sembra vintage e anni ‘50, fa per me.
L’usato mi rende più felice, mi permette di acquistare capi unici, tessuti naturali di qualità, e di risparmiare. Grazie all’usato posso essere quella che sono ora. Posso indossare dei vestiti che mi rappresentano davvero e non mi fanno sentire triste. Posso investire i soldi risparmiati in altre esperienze più importanti per me dei vestiti.
Il mio desiderio di avere un impatto meno negativo sulle risorse del pianeta è nato dal mio armadio, ma non si è fermato qui. Ho fatto una serie di scelte che, penso, si possano considerare ecosostenibili, come ridurre l’utilizzo di prodotti usa e getta.

Il Minimalismo
Chi sono i minimalisti? Poveracci asociali che fanno finta di fare una scelta di vita radical chic? YouTuber che fanno decluttering per fare views e poi ricomprano tutto su Fashion Nova? No.
Il minimalismo è un concetto molto ampio, che si può riassumere nella scelta ferrea e consapevole di quali cose (persone, oggetti, esperienze) possono entrare a far parte della nostra vita.
La mentalità minimalista ha dato un boost al mio cambiamento. Mi ha obbligato a fare un’importante riflessione: “Che cosa veramente arricchisce la mia vita?”. Tre anni fa non sapevo rispondere a questa domanda.
Allora ho preso il mio diario e scritto un elenco: Cose che mi rendono felice.
Mi sono presto resa conto che erano ben poche le cose materiali sulla lista. Tra le varie cose ho scritto: leggere, andare al cinema. Non leggevo da mesi, non andavo mai al cinema… ma perché? Perché spendevo tutti i miei soldi in vestiti e altre cose inutili.
All’improvviso mi è sembrato assurdo. Spendere soldi per cose che non mi rendevano felice, e non averne più per fare le cose che mi piacevano veramente.
Il mio senso delle priorità si è ribaltato. Quella lista doveva essere la mia priorità. Se no, che senso ha? Se non mi impegno io a rendermi felice, chi dovrebbe farlo?
Avere per la prima volta davanti a me le mie vere priorità mi ha cambiato definitivamente.
Decidere (perché è di questo che si tratta) che cosa mi rende felice mi ha aiutato a investire meglio il mio tempo e i miei soldi.
Adesso faccio le cose che amo davvero. Non mi colpevolizzo più perché ho speso soldi per un libro. I libri sono una mia priorità. So che ho del budget apposta per loro.
Io non mi ritengo minimalista per il numero di oggetti che possiedo; ma la mentalità minimalista ormai fa parte di me, e mi guida nelle scelte di ogni giorno.
Andare a vivere per conto mio ha solo reso più evidente questo aspetto. Non volevo nulla nella mia casa nuova. Il minimo indispensabile di piatti, bicchieri e utensili. Due cambi di lenzuola. Nessun soprammobile carino “tanto per”. Se mi servono elettrodomestici o pentole che non ho, le chiedo in prestito e poi le restituisco. Voglio una casa funzionale, comoda e facile da pulire.

L’Alimentazione
Un pigro sabato mattina mi sono svegliata diversa. Mi sono girata verso Marco, il mio compagno, e gli ho detto “Voglio smettere di mangiare carne”. Lui si è girato verso di me, mi ha guardata e mi ha detto “Va bene”.
Le decisioni importanti della mia vita sono sempre arrivate così: di mattina, senza fatica, senza ripensamenti. Lunedì di Pasquetta 2020, in pieno lockdown, ho mangiato le mie ultime costine di maiale, come da tradizione. Erano buone, ma dentro di me lo sapevo: non mi sarebbero mancate.
Un sottile ma potentissimo shift mentale mi ha aiutato molto nel passaggio: non sto scegliendo cosa mangiare o non mangiare per sempre. Sto scegliendo cosa mangiare o non mangiare un giorno alla volta.
E così, da quel giorno, scelgo ogni giorno cibi alternativi alla carne.
L’alimentazione ha un potere incredibile. Non è un caso che per molte persone il cambiamento inizi con un cambio di alimentazione. Ciò che mangiamo diventa ciò che siamo. Letteralmente. Ogni enzima e minerale e vitamina che ingeriamo con il cibo diventa parte delle nostre cellule. Vista in questo modo, ogni pasto ci cambia la vita.
Mangiare è l’unica cosa che facciamo tutti i giorni, tre volte al giorno, e che non possiamo smettere di fare. Cambiare il nostro modo di mangiare ci cambia in modo profondo.
Pick Up Limes e Cucina Botanica mi hanno aiutato moltissimo nella mia transizione: ho cominciato con le loro ricette. Poi mi sono informata grazie a documentari e libri sull’alimentazione vegetale, da cui ho imparato molte cose che prima non sapevo.
Infine, due idee mi hanno spinto definitivamente su questa strada:
- Non sto eliminando delle cose dalla mia alimentazione; mi sto aprendo a cose nuove, nuovi gusti e nuovi sapori. Da quando scelgo di non mangiare carne, mangio un sacco di altre cose buone! Avena, quinoa, latte di cocco, semi di lino, burro di mandorle. Non avrei scoperto questi cibi se non avessi deciso di cambiare.
- La consapevolezza che ogni vegano sulla faccia della Terra una volta nella vita ha detto ‘Ah, io non potrei mai essere vegano’. Non so perché, ma questa realizzazione per me è stata un “È vero. Anche io l’ho pensato. Allora ce la posso fare anche io”.
La cosa che mi è stupito di più? Quanto incredibilmente facile è stato, per me, smettere di mangiare carne. Non mi sto sforzando di mangiare di sano. Desidero mangiare sano. Mangio quello che mi va seguendo una dieta whole-food plant-based: una dieta a base di vegetali e cibi “integri”, non processati e se possibile integrali. Ci scappa il biscotto ogni tanto? Certo. E non è un problema.
Non è che se diventi vegan, devi diventare anche crudista, gluten-free, sugar-free, minimalista tutto insieme. Faccio quello che è giusto per me, con i miei tempi. Non è una gara. La perfezione non è l’obiettivo. E non è una religione dove se faccio un errore sarò punita con l’estradizione; non c’è la polizia vegana che viene a casa mia se nell’insalata metto una scatoletta di tonno perché ho finito i fagioli.
Adesso seguo un’alimentazione sostenibile per me e per il pianeta perché lo desidero: ed è una delle cose che più mi ha cambiato e reso felice in questo periodo.
Conclusioni
Quale sarà la prossima fase? Ancora non lo so.
Intanto ho fatto quello che a me sembra un grosso passo: ho aperto questo blog per avere uno spazio online tutto mio e per coltivare e condividere ciò che amo. E mi sta facendo davvero davvero bene.
Spero che la mia storia di come ho cambiato vita ti abbia parlato in qualche modo; e se pensi possa essere utile e te o a altri, salvala su Pinterest cliccando su una delle immagini qui sotto:




Ciao! Sono Michela Scrivo articoli su Sostenibilità, Moda Etica, Crescita Personale e Alimentazione Plant-based.
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Ti ringrazio per la condivisione della tua esperienza, anche io ho iniziato un cambiamento di vita profondo e sono finita sulla tua pagina, caso? Chissà, so solo che da un cambio di prospettiva tutto attorno inizia a diventarmi più chiaro e inizio ad avere la consapevolezza giusta che può guidare un cambiamento duraturo!
Ciao Jessica!
Grazie per aver condiviso il tuo cambiamento, e spero che la mia esperienza ti sia stata un po’ di aiuto. Da cosa è nato il tuo cambio di prospettiva?
Perché un cambiamento duri nel tempo, secondo me è importante è avere ben chiari i propri “perché”. Quando crediamo veramente nel motivo profondo di una decisione, il cambiamento sarà duraturo perché la consapevolezza è più forte di tutto.
Grazie mille per avermi scritto, mi ha fatto davvero piacere. Ti auguro un buon cambiamento, sempre positivo.
Michela
Mi è piaciuto moltissimo il tuo articolo perché esponi un punto di vista personale e non radicalizzato sul cambiamento!
Ciao Annamaria, grazie per avermi scritto! Sono felice che il mio punto ti vista ti sia piaciuto. Credo anche io che restare aperti e non radicali sia importante in tutti gli aspetti della vita.
Ciao! Ho appena letto il tuo articolo e mi è sembrato interessante perché da qualche tempo sto cercando di cambiare la mia vita. La cosa che mi ha colpito è che anch’io ho deciso di smettere di mangiare carne a Pasquetta 2020, grazie per la condivisione!
Che bello il tuo articolo!! Sei un’ispirazione